Recentemente ho scoperto una pagina Facebook intitolata "Ostetricia & Ginecologia". L'amministratrice è un'ostetrica appassionata, realista e molto sensibile. Lo scopo della pagina è "raccogliere foto, articoli, esperienze e tutto ciò che riguarda questa branca della medicina", vi è l'avviso ben visibile di come alcuni contenuti possano essere espliciti, dunque non adatti ai più sensibili.
Ebbene, su questa pagina compare la foto di un feto espulso a 17 settimane, con sacco e placenta integri.
"Ecco - mi son detta - Elia doveva essere così..."
Sono rimasta un po' lì su quella foto e il pensiero è andato lontano.
Sono stata attirata dai commenti, purtroppo alcuni davvero spiacevoli.
Violazione della privacy, subito sapere se sia aborto spontaneo o terapeutico - come se facesse la differenza, poveri loro! - e che bisogno c'è di mostrare immagini del genere?
In mezzo ad una piazza, al bar fra amici, oppure sui cartelloni pubblicitari, nessuno. In una pagina che si occupa di Ostetricia e Ginecologia direi che è piuttosto pertinente.
Per fortuna lo spirito della pagina è emerso immediatamente e ci si interrogava sul perché e per come.
Mi è venuto in mente Leonardo da Vinci. Lui che si nascondeva di notte negli obitori per vivisezionare i cadaveri... la prima vera conoscenza anatomica viene da lì. Dovremmo metterla al bando e pregare per quelle povere salme violate.
Invece ne abbiamo acquisito la straordinarietà, le intuizioni, la precisione.
Noi non abbiamo affatto bisogno di questo finto perbenismo.
Noi madri che diamo al mondo figli di ogni forma e misura, abbiamo bisogno di persone preparate ad accoglierli e porgerceli con tranquillità e rispetto.
Gli occhi degli addetti ai lavori devono essere ben allenati alla morte, perché c'è, c'è anche dove nasce la vita.
Noi abbiamo bisogno di conoscenza, di risposte, di persone appassionate e aggiornate. Abbiamo bisogno che nessuno di coloro che deve accompagnarci nel percorso di nascita abbia paura di ciò che troverà, perché saranno i loro occhi dolci, rispettosi, pazienti e accoglienti a fare la differenza per le famiglie in lutto.
Abbiamo bisogno che non ci si lasci da soli a partorire figli morti in pannoloni, dentro stanze piene di mamme che allattano. Abbiamo bisogno di sapere cosa fare dopo...
Non bastano l'opuscolo di un'associazione e una stretta di mano.
Non basta gettare nei rifiuti speciali quel figlio che nessuno sa come guardare e incentivare a non pensarci più: avanti un altro, tanto questo non conta.
Mi piace questa pagina. Mi piace guardare come vanno le cose e forunatamente spesso vanno bene.
Mi soffermo spesso sulle immagini dei nodi di cordone: è incredibile come riescano ad intricarsi!
Sempre più penso che di perfetto nella natura ci sia solo ciò che resta dopo l'imperfezione...
Esulto ogni volta che un cordone annodato non toglie la vita: 1 per il bebé, 0 per sta stronza natura!
Ai sensibili di stomaco, di cuore, di non so che... a quelli a cui la verità fa male, domando semplicemente che cosa li spinga a restare iscritti ad una pagina che non approvano: si avventurino su altri lidi e lascino che una cultura della vita legata alla morte finalmente si diffonda.
Perché chiudere gli occhi davanti ad una cosa, non significa che quella cosa non esista.
Lasciamo lavorare gli appassionati e ringraziamo i nostri tanti altri Leonardo!
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